È passato quasi un anno da quando ho deciso di lasciare il mio appartamento per comprare una barca e venirci a vivere.
Mi fanno i complimenti perché “ci vuole coraggio a fare una scelta del genere” ma si sbagliano: ci vuole coraggio a restare a terra, non a prendere il largo.
L’unico vero rimpianto è non averlo fatto prima.
Ero una bambina e poi ragazzina come tante che ha iniziato sulle derive, un po’ di optimist, 420, laser, per poi continuare sui J24, qualche zattera costruita per gioco con gli amici, e qualunque cosa galleggiasse; tutto pur di stare in mare!
Crescevo e come tanti desideravo avere “da grande” una mia barca. Prima c’è stata la maturità, poi il test di medicina, poi ci sarebbe stata la laurea, la specializzazione chi sa dove, la dura ricerca di un lavoro che durasse più di 6 mesi di contratto rinnovabile, poi la casa, la macchina, la stabilità… Tutto troppo e troppo lontano per aspettare di avere una mia barca; meglio a quel punto iniziare dalla fine, anche a costo di qualche sacrificio.
Se c’è una cosa che consiglio a chi ha quella passione che viene quando da piccoli si legge Robinson Crusoe e di giri intorno al mondo, avventure, tesori e isole sperdute, è di tuffarsi.
Ho preso la mia prima barca a 28 anni, con i risparmi di anni di scuola vela, a gennaio quando non c’era neanche il boiler per l’acqua calda, quando di motori e gestione della barca non ne sapevo proprio niente. Ma è nei momenti più difficili che diamo il meglio di noi stessi quindi lanciatevi perché ne vale veramente la pena e perché credetemi l’acquisto stesso di una barca è una delle grandi emozioni e avventure che un velista o appassionato di mare, possa vivere.
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